dentro alla casa
al sicuro dietro la porta
dietro il muro
al sicuro dentro la cassa
al sicuro dentro una fossa
dentro un muro
di sanità la limpidezza attraversa
uno sguardo d’acqua
dentro spirali di vetro
forme serpente
distese di ombrellini rossi
sono sistemati
tutti gli apparecchi rotti
attorno le siepi con i fossi
nessuna creatura
alcuna
soltanto l’ombreggiature
al chiaro di luna
freschi capitelli
risparmiati dalla costruzione
indiscriminata di palazzi
prima vuoti poi affittati
durante i fine settimana
spariscono gli spettri
tornano ad essere occupati
da studiosi avanti con gli anni
dipendenti falliti
attaccati ad un progetto
mai nato mai iniziato
nel giorno del riposo
fare il bucato
fare il bucato a mano
pensieri che si accavallano
come sbadigli
per un momento
tutto si mescola
nel primo mattino
dopo che si aperto
l’occhio
si è reso conto
della luce che filtra
dalla fessura sotto il balcone
in qualche modo si sa
non c’è più la notte
ci si riaddormenta quel tanto che basta
per una immersione
nel sogno leggero
che poi non si dimentica
come vedere con
una lente di ingrandimento
si potrebbe giocare
senza fine
guardando le piccole cose
con divertimento
le cose che mai non si vedono
senza inizio e senza fine
quelle che facendo disastri
si calpestano
tutto, ma proprio tutto
contare e ricontare
di ogni cosa
cercare di ricordare
ricordare per poi
in qualche modo
malamente raccontare
riprende il sopravvento
la vicissitudine
delle mani bucate
nei momenti di solitudine
carte e cartacce
portate da un vento implacabile
come cani sciolti
si è preda degli eventi
come cani sciolti abbandonati
da padroni inesperti
sempre viaggiatori di treni stanchi
occupanti di vagoni
vuoti a perdere
passare notti dormendo
con almeno un occhio
sempre aperto
quello sguardo di traverso
incrociato un giorno
al cancello
poi passa tutto
una dopo l’altra
come è stato negli altri tempi
tutte le cose
se ne vanno
in tutti i tempi che passeranno
passa l’acqua sotto il ponte
fino a che ponte il fiume l’acqua
che attraversa di sotto
resteranno
niente è eterno
il ponte potrebbe cascare
cosi come l’acqua
dalla fonte potrebbe non più arrivare
come fu al tempo del grande gelo o
forse fu al tempo del troppo disgelo
chi mai lo ricorda
ma in fondo in fondo
chi se ne importa
© lyric by Marino Pancheri, 2015. Tutti i diritti riservati.